11 giugno 2018

 

«Il mio cancro»
Diario di un’esperienza
‒ di Manilio Bordi ‒
Presentazione del libro
 
Roma, Fondazione Sanità e Ricerca,  
lunedì 11 giugno ore 17.00
Con l’intervento di Mons. Vincenzo Paglia,
Presidente della Pontificia Accademia per la Vita
 
INGRESSO LIBERO

 

Sì terrà lunedì 11 giugno a Roma, presso la sede della Fondazione Sanità e Ricerca (via Alessandro Poerio, 100 – quartiere Monteverde vecchio) ‒ alle ore 17.00, la presentazione del libro «Il mio cancro. Diario di un’esperienza» (Aracne Editrice, 2017), scritto dal dr. Manilio Bordi (1943-2017), medico, psichiatra e psicoterapeuta con formazione analitica junghiana, che la Fondazione Sanità e Ricerca, centro specializzato nelle cure palliative, ha assistito nel fine vita.

 

A presentare il libro saranno S.E.R. Monsignor Vincenzo Paglia ‒ Presidente della Pontificia Accademia per la Vita ‒ e il dr. Italo Penco ‒ direttore sanitario della Fondazione Sanità e Ricerca e presidente della Società Italiana di Cure Palliative (SICP), con la testimonianza di Gabriella Cancrini, coniuge di Manilio Bordi.

 

Il libro, nato dal bisogno di fissare il vissuto, le emozioni, le speranze e le paure generate dal cancro che ha fatto irruzione nella vita dell’autore, è un colto e raffinato diario di 337 pagine, in cui la malattia ‒ descritta con la razionalità e la lucida consapevolezza del medico ‒ si interseca con una intensa narrazione umana, psicologica ed emotiva. Un cammino e un esercizio introspettivo colmo di speranza e di amore per la vita, e una testimonianza che l’autore ha voluto lasciare ai propri familiari e a tutti coloro che si occupano della cura di persone inguaribili e che, quotidianamente, si confrontano con la malattia, il suo dolore, la sofferenza fisica e psicologica della persona malata.

 

La presentazione offrirà l’occasione per una riflessione sul valore delle cure palliative, e sulla necessità di una conoscenza sempre più ampia e consapevole delle stesse sia negli operatori della sanità che nei cittadini. Le cure palliative ‒ come sancito dalla Legge 38 del 2010 ‒ tutelano il diritto inalienabile della persona a non soffrire, anche attraverso l’individuazione delle reti di assistenza dedicate ai malati in fine vita.