Fondazione Sanità e Ricerca ha costituito un team dedicato all'impianto di cateteri venosi centrali (PICC) per ottimizzare la qualità delle cure e il timing assistenziale.

Con la diffusione di accessi vascolari sempre più evoluti si riducono le complicanze (meccaniche, infettive, trombotiche) e si previene il discomfort dei pazienti soggetti a ripetuti incannulamenti.


Il PICC, posizionato da un infermiere specializzato in “Nursing degli accessi vascolari”, è un catetere venoso centrale esterno a media permanenza (fino ad un anno). É costituito da un tubicino in poliuretano (materiale biocompatibile di 3° generazione), di grandezza variabile (3-6 fr, monolume-trilume). 


Viene definito "catetere venoso centrale" poiché la sua punta viene posizionata nella giunzione cavo atriale (tra vena cava superiore e atrio destro). La procedura di posizionamento avviene tramite l'utilizzo di un ecografo e, attraverso tecnica ecoguidata, vengono incannulate le vene periferiche degli arti superiori (vena basilica, vena brachiale, vena cefalica). Il posizionamento del PICC deve essere autorizzato dal paziente o dal tutore mediante firma del consenso informato.

 

Nell'ambito delle cure palliative, questo dispositivo rappresenta una soluzione ideale in termini di sicurezza, con una serie di benefici per il paziente:

 

  1. è un accesso venoso di prima scelta per l'infusione di terapie (idratazione, terapia antibiotica, nutrizione parenterale totale, infusioni antalgiche, sedazione palliativa), nonché per l'esecuzione di prelievi ematici;
  2. permette la completa mobilità del braccio;
  3. evita ripetuti incannulamenti.