Il mio cancro - presentazione del libro

COMUNICATO STAMPA

23 maggio 2018

 

«Il mio cancro»
Diario di un’esperienza
‒ di Manilio Bordi ‒
Presentazione del libro
 
Roma, Fondazione Sanità e Ricerca,
lunedì 11 giugno ore 17.00
Con l’intervento di Mons. Vincenzo Paglia,
Presidente della Pontificia Accademia per la Vita
 
INGRESSO LIBERO

 

Sì terrà lunedì 11 giugno a Roma, presso la sede della Fondazione Sanità e Ricerca (via Alessandro Poerio, 100 – quartiere Monteverde vecchio) ‒ alle ore 17.00, la presentazione del libro «Il mio cancro. Diario di un’esperienza» (Aracne Editrice, 2017), scritto dal dr. Manilio Bordi (1943-2017), medico, psichiatra e psicoterapeuta con formazione analitica junghiana, che la Fondazione Sanità e Ricerca, centro specializzato nelle cure palliative, ha assistito nel fine vita.

 

A presentare il libro saranno S.E.R. Monsignor Vincenzo Paglia ‒ Presidente della Pontificia Accademia per la Vita ‒ e il dr. Italo Penco ‒ direttore sanitario della Fondazione Sanità e Ricerca e presidente della Società Italiana di Cure Palliative (SICP), con la testimonianza di Gabriella Cancrini, coniuge di Manilio Bordi.

 

Il libro, nato dal bisogno di fissare il vissuto, le emozioni, le speranze e le paure generate dal cancro che ha fatto irruzione nella vita dell’autore, è un colto e raffinato diario di 337 pagine, in cui la malattia ‒ descritta con la razionalità e la lucida consapevolezza del medico ‒ si interseca con una intensa narrazione umana, psicologica ed emotiva. Un cammino e un esercizio introspettivo colmo di speranza e di amore per la vita, e una testimonianza che l’autore ha voluto lasciare ai propri familiari e a tutti coloro che si occupano della cura di persone inguaribili e che, quotidianamente, si confrontano con la malattia, il suo dolore, la sofferenza fisica e psicologica della persona malata.

 

La presentazione offrirà l’occasione per una riflessione sul valore delle cure palliative, e sulla necessità di una conoscenza sempre più ampia e consapevole delle stesse sia negli operatori della sanità che nei cittadini. Le cure palliative ‒ come sancito dalla Legge 38 del 2010 ‒ tutelano il diritto inalienabile della persona a non soffrire, anche attraverso l’individuazione delle reti di assistenza dedicate ai malati in fine vita.

L’appuntamento è aperto al pubblico con ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

Per registrarsi >> http://www.fondazionesanitaericerca.it/pagine/eventi

 

 

IL LIBRO

«Al nuovo appuntamento con il chirurgo, oltre a Gabriella, vuole essere presente anche mia figlia Licia. Sono entrambe scosse dalla mia affermazione di non voler sottostare a terapie senza speranza di soluzione, a voler privilegiare qualità e dignità della vita rispetto alla sua durata».

 

Il libro Il mio cancro. Diario di una esperienza si configura, già nel titolo, come un diario personale, quasi un interlocutore discreto e privilegiato, capace di ascoltare e accogliere «il materiale magmatico e cangiante eruttato dal mio vulcano interno». Fin dall’esordio della malattia, l’autore ha sentito fortemente la necessità di scrivere della sua esperienza per poter superare il senso di frammentazione della propria identità e tenere insieme gli opposti ‒ quello che Jung chiama «percorso di individuazione volto allo sviluppo del Sé». «Sin dall’inizio ho sentito la necessità di fissare vissuti, emozioni, speranze e paure nel tentativo di dipanare il groviglio che formavano dentro di me».

 

Il libro è anche un tentativo di offrire ai propri familiari una chiave di lettura degli stati emotivi che hanno costellato il percorso della malattia, tra «spiragli di accettabilità […] silenzi e isolamento, poi sfociati in insistenza su una fine vita priva di dolore, liberatoria dalla prigione della sofferenza impotente».

 

«Scrivere, infine, come possibilità di fornire aiuto ad altri, dando voce a timori, aspettative, delusioni […] e «scrivere come testimonianza utile a chi deve svolgere funzioni di aiuto». In questa prospettiva, il libro offre indicazioni preziose per gli operatori della sanità, per comprendere fino in fondo ‒ dalle parole di chi ha attraversato il percorso di una malattia inguaribile ‒, i bisogni complessi della persona malata, che sono di tipo clinico, ma anche psicologico, sociale e spirituale.  La malattia è l’intercalare che puntualmente riporta il lettore al qui ed ora, alla rabbia per la vita residua del «dopo», che Manilio Bordi sentiva umiliante per la perdita della propria identità fisica, morale ed emozionale: «La nausea si agita dentro. Sperimento quello che non ho mai provato in barca a vela, neppure nelle condizioni più estreme, quando l’equilibrio diventava precario e l’orizzonte era costituito da una linea in continua oscillazione».

 

Convinto dai familiari e dagli amici a non rinunciare a priori ad un combattimento con la malattia, da cui avrebbe potuto uscire vincitore, Manilio Bordi arrivò, in uno stadio avanzato del cancro, a sentirsi come il «Il guerriero» di Henry Moore, mutilato ma deciso a difendere il povero corpo offeso con lo scudo che tiene sollevato. La sua malattia, contro cui ha combattuto per due anni, è tutta nell’immagine significante che questa opera d’arte ci trasmette.

 

Per quanto tessuto con il filo di una prognosi infausta che ha lacerato la trama, il libro ci regala ampie e appassionanti pagine di brillante narrazione, in cui il protagonista principale è la vita; ci prende per mano e ci accompagna per mare e per terra, attraverso paesi vicini o lontanissimi: l’amato Abruzzo, le isole Eolie, Zermatt, le isole San Blas, e poi Namibia, Ladakh, Birmania, fino agli antipodi del mondo. Ci restituisce fervidi spaccati della giovane età e dell’età matura, tutta la ricchezza e la gioia di vivere dell’autore.

 

L’autore ha donato alla Fondazione Sanità e Ricerca, da cui è stato assistito nel fine vita in cure palliative domiciliari, i diritti del suo libro. Il suo ringraziamento al personale socio-sanitario della struttura, che ‒ nelle parole della coniuge di Manilio Bordi, la prof.ssa Gabriella Cancrini ‒ «lo hanno accompagnato nell’ultimo difficilissimo viaggio: quello verso la morte, rendendolo, come Manilio desiderava, un tempo di straordinaria pienezza e intensità».

 

L’AUTORE

Manilio Bordi è nato a Luino (Varese) nel 1943. Dopo gli studi universitari ha svolto la sua attività professionale di medico, psichiatra e psicoterapeuta, con formazione analitica junghiana, a Roma. Grazie alla sua lunga esperienza in terapia della patologia psichica grave secondo un modello integrato, ha anche fornito sostegno in day hospital oncologico a pazienti terminali e operatori sanitari a rischio di burnout.

 

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IL MIO CANCRO

DIARIO DI UN’ESPERIENZA

Aracne editrice, 2017

16,00 Euro